Tùrel ci porta a vedere il suo barcone di cemento collocato su un prato d’erba che corre verso l’argine maestro, a fianco della sua casetta. Poi ci racconta di averlo recuperato, prima del 2000, a Bocca d’Enza legandolo ad un battello “nel punto giusto”. Arrivato in zona, quando il livello del Po copriva il sentiero, con degli amici lo hanno trascinato per raggiungere il posto dove sistemarlo. Come? Dice Turèl: “Cun an šög ad sùghi, an toc alla volta, a la ligaum a tac a li pianti e la tiraum avanti” (Con un gioco di grosse corde, un tratto alla volta, la legavamo ai tronchi degli alberi e la trascinavamo avanti). Ricordando che siamo in zona golenale, il barcone è stato ancorato a due pali che affondano per un metro sotto terra dentro buchi fatti con una trivella. Per sicurezza sul fondo sono stati posizionati due tamburi di cemento riempiti di sabbia. I pali servono al barcone per scorrere su e giù in caso di piena del Po. Il barcone misura 14 metri e pesa 200 quintali. Turèl lo ha trasformato in legnaia con annessa una zattera galleggiante con sopra un pollaio. La legnaia consiste in una gabbia di ferro a forma di alto parallelepipedo dove viene accatastata la legna. Ci mostra le telecamere che ha posizionato sui pali “parché chē i ciava töt: la legna, li galini” (perché qui rubano tutto, la legna, le galline), dice Turèl. “E pō a ghè anca i can ca distürba e li vulp cam magna li galini” (poi ci sono anche i cani che disturbano e le volpi che mi mangiano le galline). Le galline durante il giorno sono in libertà. Si vedono che razzolano nel prato. Turèl dice che le più grosse e grasse serviranno per il brodo le più piccole dette “i’amaricanini” (galline americanine) le tiene per bellezza, dice Turèl. Poi Turèl precisa che tiene due galli contro ogni opportunità di tenere due galli in un pollaio, che è anche un modo di dire, perché gli piacciono e non ha voglia di eliminarne uno. Dice Turèl: “Me ag dic gnint, a voi chi smeta dacordi tra lor dü !” (Io non gli dico niente, voglio che si accordino loro due!). Stiamo ancora chiacchierando vicino al barcone quando ad un certo punto osservo che le galline iniziano ad avvicinarsi a noi e ad entrare attraverso un’apertura nella gabbia posta sulla zattera dove c’è un casotto: al pulèr. Nessuno le ha chiamate. Chiedo a Turèl spiegazioni. Dice Turèl :“A gò insgnà me: a quatr e mesa circa li gà da turnà in dal pulèr! (Le ho istruite io: Alle quattro e mezza circa devono rientrare nel pollaio!).
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La legnaia galleggiante
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