La forma visibile e quella immaginaria
L’elemento architettonico della parete seziona la forma e crea un confine tra ciò che è visibile e concreto, e ciò che è immaginato e dissimulato. Le finestre dello spazio, principali elementi di trasformazione, sono il motivo concreto che ha determinato le dimensioni e la collocazione dell’opera.
Cavenago parte sempre da uno stereotipo per rileggerlo, ribaltarlo, come minimo sfruttarlo per dargli una spinta altrove.
Eccentrica immaginaria è un dispositivo scultoreo che dimora fuori e dentro.
La sua parte eidetica dentro, la fisica fuori.
L’immagine è un processo disvelato e qui il rappresentato si da in un’immagine concreta. È ancora scultura la parte interna? La parte esterna (che disegna in modo nuovo il muro dell’edifico, a cui ci si avvicina con una scala metallica di servizio, passandoci giusto sotto) è sufficiente al racconto? In un gioco di sineddoche visiva in una parte dell’opera nessuna materia è data, ma qualcosa ci dice che è lì, non ci si può sbattere la testa contro, ma la sensazione è di trovarsi in presenza di qualcosa. Nella parte esterna la testa, invece, può effettivamente sbatterci contro. Lo sguardo dello spettatore (vigile e attento nella salita esterna, acuto e interrogativo all’interno) gli da voce.
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