Destabilizzare il monumento
Plinto si configura come un'opera che interroga e rivisita il concetto di basamento, quell'elemento archetipico che tradizionalmente sostiene e valorizza ciò che si erge sopra di esso. L’artista, in un gesto audace, introduce un rullo sottostante, creando una destabilizzazione che inverte le aspettative legate alla monumentalità. In questo modo, il plinto si inclina, perdendo la sua funzionalità celebrativa e assumendo un carattere di precarietà.
Questa tensione tra stabilità e vulnerabilità si fa manifesto, rivelando come l'atto di sostenere possa trasformarsi in un atto di messa in discussione. Il plinto, lontano dall’essere un semplice supporto, diventa simbolo di fragilità, rappresentando una riflessione critica sulle strutture di potere e sul valore attribuito a ciò che viene esaltato. Cavenago ci invita a riconsiderare l'idea di monumento, proponendo un'opera che sfida le convenzioni estetiche e ideologiche. La presenza del rullo, come elemento destabilizzante, suscita interrogativi sulla nostra percezione del supporto e della celebrazione, sottolineando come la forza possa risiedere nella vulnerabilità stessa. Plinto diventa un invito a esplorare il delicato equilibrio tra elevazione e caduta, tra celebrazione e disgregazione. L’opera, con la sua inclinazione, non solo disloca l’idea di monumentalità, ma offre un campo di riflessione sulla precarietà insita in ogni atto di sostegno. In questo contesto, Cavenago ci conduce verso una nuova comprensione dell’arte, in cui l’inclinazione si fa simbolo di un’umanità in ricerca di significato e autenticità.
L.B.
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